Museo del Duomo “Bruno Panunzi”

Beni Archeologici e Storico-Artistici

Museo del Duomo “Bruno Panunzi”

Beni Archeologici e Storico-Artistici

Storia e Progettazione:

All’inizio del XIII sec. Il “Castrum Bracchiani” appartiene alla famiglia dei prefetti di Vico e a quel periodo è da riportare la fondazione delle due più antiche chiese del paese, dedicate a Santa Maria del Sasso e a San Clemente, posto all’interno delle mura medioevali, prima sede parrocchiale di Bracciano.

La primitiva chiesa di Santo Stefano in origine doveva essere la cappella privata dei Prefetti di Vico; la sua esistenza si desume da una pergamena del 1363 ritrovata a Cesena che parla di un lite tra l’Abate Bartolo del Convento di San Marciano nella diocesi di Sutri e l’Arciprete della Chiesa di Santo Stefano in Bracciano.  Attorno al 1550 le dimensioni di S. Stefano erano ormai inadeguate e a questo si aggiunse il cattivo stato dell’antica costruzione che obbligò il Capitolo ad importanti interventi di ampliamento. La nuova costruzione dovette essere realizzata rapidamente visto che nel 1554 vi fu celebrata, per la prima volta, la festa solenne di maggio in onore di San Sebastiano. Dalla relazione della Visita Apostolica del 1574 sappiamo che la chiesa aveva otto cappelle, sei delle quali sotto il patronato di famiglie locali.

Tra il 1609 e il 1619 vennero anche eseguiti i lavori di restauro e trasformazione del vecchio campanile che assunse la forma che vediamo attualmente. Quello di stile tardo medievale, caratterizzato da tetto a cuspide e finestrelle, era stato infatti colpito per due volte da un fulmine. A causa dell’aumento rapido della popolazione si presentò la necessità di ingrandire la chiesa e ovviare ai problemi di umidità che la riguardavano. Per questi motivi il Capitolo decise di rivolgersi nel 1638 all’architetto Orazio Turriani. Nel 1685 fu ufficialmente posata la prima pietra del nuovo altare maggiore in muratura, che andò a sostituire quello esistente realizzato in legno. Fra le tante opere databili tra la seconda metà del XVII e l’inizio del XVIII secolo presenti all’interno della chiesa, va citata la pala d’altare maggiore attribuita al pittore modenese Giacomo Zoboli, che raffigura il martirio di Santo Stefano e la pala d’altare di Giacinto Gimignani, datata 1669, dedicata a San Sebastiano. Ai primi del 1700, quando già il ducato di Bracciano era stato acquistato dalla famiglia Odescalchi, per ovviare alle difficoltà di accesso a S. Stefano, fu creato un piano di fronte all’ingresso principale utilizzando i conci e i capitelli dell’antica chiesa. La struttura, ormai terminata, presenta un impianto a croce latina con una navata centrale e due laterali, che costituiscono il suo corpo longitudinale e due cappelle laterali che ne rappresentano il transetto. S. Stefano fu di nuovo consacrata nel 1732 e la nuova facciata venne ultimata nel 1758. Quest’ultima ripete uno schema bipartito tipico dell’epoca, scandito da paraste e fregi in stucco, con due volute laterali nella parte superiore.

Una profonda trasformazione dell’area antistante la chiesa avvenne nel 1869 con la costruzione dell’attuale gradinata di accesso a due rampe e, nel 1873, con la definitiva sistemazione della piazza a larghe gradinate. Nel 1885 il Capitolo decise il restauro generale della chiesa con fondi in parte donati dalla principessa Sofia Branicka Odescalchi. Questi ultimi lavori, durati circa dieci anni, trasformarono profondamente l’aspetto interno della chiesa. Il nuovo pavimento in marmo di Carrara, ad esempio, portò alla distruzione di quello seicentesco in cotto e di tutte le lapidi funebri in esso inserite. Ai primi del 1900, con la trasformazione della cappella forse dedicata in origine a S. Antonio e destinata invece ad ospitare la macchina processionale contenente le tavole del SS. Salvatore, può considerarsi conclusa la storia della “Fabbrica di S. Stefano”.

(a cura di Massimo Mondini – Presidente Associazione Forum Clodii)

INFORMAZIONI UTILI

  • INDIRIZZO:
    Piazza della Collegiata, 00062 Bracciano
  • TELEFONO:+39 06 60657883
  • EMAIL: [email protected]

Orari:

  • Dal 1 Settembre al 30 Giugno:
    sabato e domenica dalle 10,00 alle 13,00;
  • Dal 1 Luglio al 31 Agosto:
    sabato domenica dalle 17,00 alle 20,00.

Storia e Progettazione:

All’inizio del XIII sec. Il “Castrum Bracchiani” appartiene alla famiglia dei prefetti di Vico e a quel periodo è da riportare la fondazione delle due più antiche chiese del paese, dedicate a Santa Maria del Sasso e a San Clemente, posto all’interno delle mura medioevali, prima sede parrocchiale di Bracciano.

La primitiva chiesa di Santo Stefano in origine doveva essere la cappella privata dei Prefetti di Vico; la sua esistenza si desume da una pergamena del 1363 ritrovata a Cesena che parla di un lite tra l’Abate Bartolo del Convento di San Marciano nella diocesi di Sutri e l’Arciprete della Chiesa di Santo Stefano in Bracciano.  Attorno al 1550 le dimensioni di S. Stefano erano ormai inadeguate e a questo si aggiunse il cattivo stato dell’antica costruzione che obbligò il Capitolo ad importanti interventi di ampliamento. La nuova costruzione dovette essere realizzata rapidamente visto che nel 1554 vi fu celebrata, per la prima volta, la festa solenne di maggio in onore di San Sebastiano. Dalla relazione della Visita Apostolica del 1574 sappiamo che la chiesa aveva otto cappelle, sei delle quali sotto il patronato di famiglie locali.

Tra il 1609 e il 1619 vennero anche eseguiti i lavori di restauro e trasformazione del vecchio campanile che assunse la forma che vediamo attualmente. Quello di stile tardo medievale, caratterizzato da tetto a cuspide e finestrelle, era stato infatti colpito per due volte da un fulmine. A causa dell’aumento rapido della popolazione si presentò la necessità di ingrandire la chiesa e ovviare ai problemi di umidità che la riguardavano. Per questi motivi il Capitolo decise di rivolgersi nel 1638 all’architetto Orazio Turriani. Nel 1685 fu ufficialmente posata la prima pietra del nuovo altare maggiore in muratura, che andò a sostituire quello esistente realizzato in legno. Fra le tante opere databili tra la seconda metà del XVII e l’inizio del XVIII secolo presenti all’interno della chiesa, va citata la pala d’altare maggiore attribuita al pittore modenese Giacomo Zoboli, che raffigura il martirio di Santo Stefano e la pala d’altare di Giacinto Gimignani, datata 1669, dedicata a San Sebastiano. Ai primi del 1700, quando già il ducato di Bracciano era stato acquistato dalla famiglia Odescalchi, per ovviare alle difficoltà di accesso a S. Stefano, fu creato un piano di fronte all’ingresso principale utilizzando i conci e i capitelli dell’antica chiesa. La struttura, ormai terminata, presenta un impianto a croce latina con una navata centrale e due laterali, che costituiscono il suo corpo longitudinale e due cappelle laterali che ne rappresentano il transetto. S. Stefano fu di nuovo consacrata nel 1732 e la nuova facciata venne ultimata nel 1758. Quest’ultima ripete uno schema bipartito tipico dell’epoca, scandito da paraste e fregi in stucco, con due volute laterali nella parte superiore.

Una profonda trasformazione dell’area antistante la chiesa avvenne nel 1869 con la costruzione dell’attuale gradinata di accesso a due rampe e, nel 1873, con la definitiva sistemazione della piazza a larghe gradinate. Nel 1885 il Capitolo decise il restauro generale della chiesa con fondi in parte donati dalla principessa Sofia Branicka Odescalchi. Questi ultimi lavori, durati circa dieci anni, trasformarono profondamente l’aspetto interno della chiesa. Il nuovo pavimento in marmo di Carrara, ad esempio, portò alla distruzione di quello seicentesco in cotto e di tutte le lapidi funebri in esso inserite. Ai primi del 1900, con la trasformazione della cappella forse dedicata in origine a S. Antonio e destinata invece ad ospitare la macchina processionale contenente le tavole del SS. Salvatore, può considerarsi conclusa la storia della “Fabbrica di S. Stefano”.

(a cura di Massimo Mondini – Presidente Associazione Forum Clodii)

INFORMAZIONI UTILI

  • INDIRIZZO:
    Piazza della Collegiata, 00062 Bracciano
  • TELEFONO:+39 06 60657883
  • EMAIL: [email protected]

Orari:

  • Dal 1 Settembre al 30 Giugno:
    sabato e domenica dalle 10,00 alle 13,00;
  • Dal 1 Luglio al 31 Agosto:
    sabato domenica dalle 17,00 alle 20,00.

Museo Bruno Panunzi – Cosa Vedere

Stanza 1

Sec. XVII – XVIII – XIX

Paramenti liturgici

In questa sala dell’Antica Sacrestia della Chiesa Collegiata sono conservate e esposte Pianete, Tonacelle e Piviali di squisita fattura che rispecchiano l’importanza che aveva questa chiesa per la famiglia ducale e la cura che ad essa riservava la popolazione di Bracciano attraverso Congreghe e Confraternite. I paramenti, finemente lavorati, provengono da manifatture del Veneto, dell’Italia centrale e meridionale, dalla Francia. Oltre ai paramenti sono esposti oggetti e mobilio di arte religiosa.

Stanza 3

Sec. XV – XIX

Oggetti liturgici e reliquiari metallici.

In questa sala si può ammirare, oltre ad arredi, dipinti e statue, una importante e nutrita collezione di oggetti liturgici metallici di pregevolissima fattura che partendo dal 1400 giungendo al secolo scorso hanno fatto parte del corredo della Collegiata di Santo Stefano: pissidi, calici, aspersori, ostensori, conchiglie battesimali, palmatorie, navicelle e reliquiari.

Stanza 2

Sec. XVII – XIX

Arredi liturgici

In questo piccolo locale sono esposti arredi e mobilio per la liturgia. Molto interessanti e pregevoli la coppia di lampade da chiesa in metallo argentato, una bella poltrona d’altare, un inginocchiatoio, un dipinto della Vergine, una serie di candelabri e un tabernacolo, oggetti che coprono un arco di temporale di due secoli.

Stanza 4

Sec. XV – XIX

Reliquiari, paramenti, dipinto “Santa Caterina d’Alessandria”, “Madonne vestite”.

In questa stanza, che è il cuore dell’antica sacrestia della Chiesa Collegiata, dove venivano conservati tutti gli indumenti necessari a sacerdoti, diaconi e chierici per le funzioni religiose, si possono oggi ammirare gli antichi reliquiari conservati al Duomo per la venerazione popolare dei santi. Al centro della sala la vetrina con una bellissima pianeta realizzata appositamente per il sacerdote celebrante in occasione delle nozze del Duca di Bracciano Baldassarre Odescalchi con Flaminia Borghese nel 1715.  Alla parete il bel dipinto di Santa Caterina di Alessandria e negli scomparti del grande armadio due rare “Madonne vestite”.

Galleria del Museo del Duomo “Bruno Panunzi”

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